Ciao Nonna
I imagine you dancing, a small bouquet of lilies in your hand, your hair wild in the wind, free from norms and rules, you, pure in your beauty.
My maternal grandmother, Nonna Elena, passed away at the end of June 2025. It was the first time I was faced with the loss of someone I was truly close to — someone who was part of my family.
Needless to say, it’s been an emotional summer, and I’m finding my own way through grief.
Below is the note I wrote and read at her funeral. It’s in Italian, and I won’t be translating it into English, I want to keep it as it is, because it’s a piece of my heart: imperfect, small, and by no means representative of all that Nonna was to me, but still, raw and real.
Cara Nonna Elena,
Ultimamente sto riscoprendo l’amore per la scrittura, compagna immancabile degli anni dell’adolescenza. C’è qualcosa di speciale nelle parole scritte, nel lasciare che penna e inchiostro scivolino liberi sulla carta e diano voce a parti intime e nascoste della nostra anima.
Ho ritrovato sparsi per casa tua una serie di biglietti e cartoline che avevo scritto a te e al nonno, nel corso degli anni, per vari momenti: compleanni, feste, vacanze. La mamma mi chiedeva sempre di occuparmene, in parte perché avevo una calligrafia leggibile, in parte, mi piace pensare, perché riuscivo a essere breve, dolce e incisiva con le parole. Ma quella era una bimba, poi un’adolescente, con tante cose da dire e il coraggio di condividerle.
Oggi, in questo torrido luglio del 2025, ti scrivo da donna. Donna adulta. E ti scrivo per la prima volta.
Il cuore è in frastuono, colmo di emozioni contrastanti: dolore, gratitudine, amore. Soprattutto perché questo è stato il mio saluto per te, nella nostra parrocchia — quella in cui hai investito tempo e attenzioni, e in cui anch’io, al di là delle domande sulla fede, sono cresciuta.
Nonnina, sei sempre stata la più piccola di statura tra tutti noi, vatussi torreggianti, il che rendeva bello e facile avvolgerti in un abbraccio. Ma l’altezza non è mai stata un riflesso del resto: hai sempre avuto una presenza che richiamava attenzione, rispetto, e una risata solare e contagiosa capace di illuminare una stanza.
Sono stata fortunata ad averti accanto per 36 anni. Non sono in molti a poter dire di aver avuto i nonni vicini così a lungo. E anche se da un po’ di tempo ero lontana, e la malattia ti ha piano piano portata altrove, abbiamo condiviso tanti momenti: a dieci anni avevo già il tuo numero di scarpe e sottoponevo te e il nonno a sfilate infinite, provandomi le tue décolleté. Ogni volta che dormivo da voi era un via vai continuo dallo sgabuzzino al salotto. E tu e il nonno a ripetermi quanto ero bella. Sempre, fino a quando non mi sono più entrate.
La tua limonata calda con il miele era un balsamo per l’anima, immancabile tra una puntata di Ciao Darwin e l’altra. Come anche i tuoi improvvisi agguati alle dita dei piedi, a tirarle una per una: che risate a cercare di indovinare quante ne sarebbero “scrocchiate”.
E le serate a cercare di insegnarmi a tagliare gli gnocchi: tu con un piglio deciso e velocissimo, come se fosse una seconda natura, e io, dietro, a rilento. Fino a quando, un giorno, ti dissi che non mi interessava fare la donna di casa e che gli gnocchi li avrebbe fatti qualcun altro. Mi rispondesti con un solo sguardo, un po’ storto quella volta, ma in cuor tuo sapevi di avere una nipote intraprendente.
Mi hai anche insegnato il punto a croce: tu maestra, io perfezionista, a seguire le tracce dei ricami per principianti.
Questi sono solo alcuni dei piccoli momenti segreti, tra me e te, che mi porto nel cuore.
Ti ho conosciuta che eri già una donna adulta, con alle spalle una vita di sacrifici e gioie. Una donna che ha scelto di seguire l’amore, e il dovere, lasciando la sua amata Umbria per costruire una vita diversa. Una donna che ha perso un figlio piccolo, soffrendo in silenzio. Che ha vissuto la guerra e visto i suoi amati coniglietti morire sotto le bombe.
Mi raccontavi spesso che Maria ti aveva dato la forza di andare avanti, apparendoti in sogno, e che da allora quella fede di ferro ti aveva accompagnata in ogni passo.
Ti vedo, nonna. Tu, donna, con le tue cicatrici e i tuoi sacrifici, la tua forza, grinta, tenacia, dolcezza, e il tuo cuore immenso. Il cuore della nonna. E in tutto il tuo amore, hai aspettato che riuscissimo a salutarti tutti, prima di andare e prendere il volo.
E mi porto dentro la tua tenerezza, cura, risata, e tenacia.
Io non so cosa ci sia dopo la morte terrena, ma so che tu, invece, avevi tanta fede. Sapevi che ti saresti ricongiunta ai tuoi cari: ai tuoi fratelli e sorelle, alla tua mamma e al tuo papà, al piccolo Enrico, a Maria e al tuo amato San Francesco.
Oggi ti immagino con l’acconciatura sfatta dal vento, come quando il nonno ti ha portata in giro in moto tra le vie di Assisi, la prima volta che vi siete incontrati.
Ti immagino che balli, con in mano un mazzolino di mughetti raccolti nei campi attorno alla tua casa, libera dalle norme e dalle regole, tu, pura nella tua bellezza.
Grazie di tutto.
Ciao, Nonna.
Such a beautiful tribute. My condolences my friend.
Oh Simona, my heart goes out to you. This is a beautiful farewell and sweet memories that will be with you forever. We have you and your family in our thoughts. Sending you love 💕